Sono le ore 20.30 in Marocco, le 21.30 in Italia, percorriamo gli ultimi 10 km in sterrato di questa interminabile tappa, il cancello del piccolo hotel gestito da una coppia, lei svizzera, lui marocchino di nome Ali' si chiude dietro di me.
Il loro cane mi saltella intorno abbaiando, io spengo la moto e ripenso alla giornata iniziata quando....
Ore 7 in Italia, scendo dall'hotel di Algeciras, un attimo prima avevo controllato dalla finestra e sembrava non piovere.
Mi sbagliavo !
Uno scroscio di acqua lanciata in orizzontale dal vento forte mi segna la faccia mentre percorro quel 200 metri in moto senza casco dal parcheggio sino all'ingresso principale dove vi è Gisella ad attendermi.
Carico i bagagli e partiamo diretti al porto.
Gisella sente il vento e pensa al mare, al suo moto ondoso e alle, lei sostiene, inevitabili conseguenze che questo avrà sulla nostra navigazione.
Affonderemo di certo, sento che oggi moriremo, ho la tachicardia, non reggerà agli urti delle onde, e bla bla bla........
A volte credo che l'auricolare sia la giusta punizione per l'uomo !
Saliamo sul traghetto, si quello che da li a poco secondo Gisella si sarebbe inabissato.
Doveste voi fare la stessa tratta in futuro, e salendo su un traghetto doveste trovare dei graffiti, dieci lunghe linee parallele che da un altezza di circa un metro e settanta scendono sino all'altezza di un meteo da terra, bene, quello è il traghetto che abbiamo utilizzato noi stamane, i graffiti invece, sono gli indelebili segni lasciati dalle unghie di Gisella sulla vernice bianca della parete esterna.
Altri graffiti sono ben visibili sulle mie braccia, ma questi spero spariranno in qualche tempo....
Sopravvissuti al naufragio, io un po' meno alla tachicardia di Gisella, scendiamo dalla infausta nave e ci dirigiamo verso la dogana Marocchina.
In parte qualcosa avevamo già fatto sulla nave, ma restavano ancora le solite questioni burocratiche, l'assicurazione della moto e l'ormai nota diatriba sulle differenze di cognome fra il mio passaporto ed il proprietario della moto.
Già, ogni volta, il problema e sempre lo stesso.
Viaggiando con una moto in comodato d'uso, il doganiere di turno non trova corrispondenza fra il mio piemontesissimo cognome e l'intestatario del mezzo che invece io guido.
Ecco allora che nascono dal nulla documenti scritti in tutte le lingue del mondo, comodati d'uso, deleghe a condurre, fino a quando, forse per sfinimento, il doganiere appone il timbro e mi indica il prossimo step, il mitico ufficio della polizia marocchina......
Ovviamente.....chiuso !
Non c'è nessuno esclama Gisella al funzionario doganale.
Si arrivano alle dieci, spiega lui. Ma poi si preoccupa anche di avvisarci che oggi, le dieci potrebbero essere le undici....
Inizia quindi l'attesa del poliziotto, sotto la pioggia, bagnati sino al midollo, e con davanti in programma una tappina di tutto rispetto.
Alle ore undici e dieci, sopraggiunge lo stacanovista dei timbri, entra nel gabbiotto, mi guarda, guarda il passaporto, e con aria da dirigente d'azienda impugna il timbro......stumpf !
È fatta !!
Raggiungo Gisella, alla quale ormai la tachicardia era passata, saliamo in moto e partiamo.
L'obiettivo è scendere velocemente verso sud per poi dedicare più tempo alla risalita.
Raggiungiamo Rabat, dopodiché Casablanca ed infine, sempre sotto una pioggia battente, con un vento proveniente dall'oceano Atlantico gelido, Marrakech.
Puntiamo quindi verso ovest sul mare, diretti a Essauria.
Pochi km prima della mitica città svoltiamo a sinistra lungo il litorale ( non immaginatevi però Pietra Ligure.....) a quel punto parte una strada sterrata, resa infida dalle pioggie.
Siamo stanchi, forse anche qualcosa in più, ma non molliamo.
Già, non mollo anche perché desidero mangiare nuovamente il Tajine, piatto tipico Marocchino che tanto mi piacque durante l'altro viaggio in Marocco.
Ora la serata è andata, i miei sigari li ho fumati, il cielo è stellato, ci aspetta una notte di sogni ed un giorno nuovo che cercherò di vivere dando tutto quello che ho e cercando di cogliere tutto quello lui mi darà.
Cosa posso chiedere di più ?
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