Venerdì 25 Aprile Dakhla - Tan Tan - 750 km
Sabato 26 aprile Tan Tan - Tafraute, montagne del medio Atlante 560 km
Gisella si alza per prima, scosta le tende della finestra che si affacciano sull'oceano, e cita l'unica cosa che avrebbe poi voluto mai dire.
Oggi il vento sembra essersi calmato....
Un caffè noire prima di partire dopodiché io mi carico le borse a spalle ed esco per caricare la moto rimasta fuori tutta la notte.
Non faccio in tempo ad uscire dalla reception dell'hotel che una folata violenta di vento mi sposta il sigaro appena appoggiato sulle labbra.
Arriva da nord, non è per nulla caldo nonostante la latitudine.
Ci vestiamo, indossiamo più cose di quante ne avessimo preventivate, pensavamo infatti di patire il caldo, invece il vento sfiorando l'Atlantico si raffredda.
Finalmente partiamo, mi guardo a sinistra, attraverso la strada semi deserta, ingrano la prima e mi dirigo verso la strada che attraversa la piccola penisola lunga appena 50 km.
Al termine di essa, una rotonda con l'immancabile check point segna l'ingresso sulla strada che, appena il giorno prima avevamo percorso in senso inverso.
Ricordiamo esserci un distributore di benzina posto a ridosso del check point, puntiamo ad esso in quanto il livello indicato sul cruscotto mi indica che l'autonomia rimasta comincia ad essere poca.
Il vento contro ci costringe a gincane involontarie ogni qual volta le folate arrivano violente, pur accelerando le velocità sono molto basse, si fatica a reggere la moto in condizioni di bassa velocità, ma tutto questo fa parte del gioco ed è comune in spazi aperti come le aree desertiche.
Superiamo il check point ed entriamo dentro il benzinaio.
Un uomo, passeggia e ci guarda, io cerco di richiamare la sua attenzione in quanto qui non puoi farti benzina da solo.
Lui mi ignora.
Io suono il clacson e lui mi fa cenno di non fare rumore.
Si avvicina, Gisella gli chiede se possiamo rifornire e lui ci dice che non è autorizzato, lui non è il benzinaio.
Quello vero......dorme.
Gisella stizzita sale sulla moto e mi intima ....vai !
Io riparto ma mi pongo e pongo a lei la domanda, ma scusa, capisco che il tipo che dorme faccia salire la rabbia visti i km che abbiamo davanti, ma non è un po' rischioso procedere senza benzina ?
Gisella mi rassicura dicendomi che il giorno prima aveva visto altre due pompe di benzina sulla strada.
Bene......intanto giusto per rendere l'idea, quando parlo di pompe di benzina, vorrei che non immaginaste le, sia pur brutte, Italiane.
Stiamo parlando di luoghi arsi dal sole e sfogliati dal vento costante.
Il metallo delle pompe stesse, ormai senza vernice, presenta quel colore chiaro e secco che abbaglia.
Riprendiamo la strada, il vento misto a sabbia si infila nel casco, riempie le narici e socchiude gli occhi.
Dopo circa 40 km di nulla, sulla sinistra si intravede una fatiscente costruzione con una insegna che, forse, anni fa, richiamava il simbolo della benzina.
Sterzo leggermente contrastando la forza del vento ed entro.
......tutto abbandonato......
Le finestre sono rotte e la sabbia si è ormai impadronita anche degli interni.
Gisella, con gran coraggio e spirito avventuriero, mi dice: nessun problema, ieri ne ho visto un altro....
Inspiro profondamente, rientro sul toboga del vento e riparto.
Lo sguardo involontariamente, con intervalli di pochi secondi, punta l'indicatore del carburante che continua ad indicare l'ultima, minuscola tacca.
Viaggiamo sfiorando l'acceleratore, e ad un tratto, nel nulla più assoluto, in lontananza si intravede una costruzione.
Ecco, e laggiù dice Gisella.
Io mi sento rinato, accelero finalmente e spingo forte la moto.......tanto ormai ci sono ....penso.
Entro dal benzinaio, un uomo scuro di pelle mi vede da lontano e mi fa un segno inequivocabile.....pollice alzato e indice disteso a mo di pistola ......ma oscillante su se stesso... Come a significare "non c'è trippa per gatti....."
Non fermo neppure la moto, esco dal benzinaio mi rimetto sulla strada e sento Gisella che, con lo stesso tono con il quale mi avvisava del lupo in Mongolia, mi dice " ora sono cazzi"....
Inspirò per la seconda volta profondamente, trattengo con cura qualsiasi sfogo verbale verso quel benzinaio che dormiva e con un filo di gas supero un fuoristrada, tappato da deserto, con targa Italiana.
Accelerò anche se non vorrei, ma questo è il piano B....
Ad un tratto, dopo immensi minuti di silenzio, dico a Gisella: ho una idea....
Anche io, mi risponde lei, e forse è la stessa.
Mi sa di si.....quando rimarremo senza benzina, tu scendi dalla moto alla velocità della luce, fermi il fuoristrada, ti fai accompagnare al primo paese, riempi una tanica, e in qualche modo torni da me.
Io, come un tuareg accanto al proprio cammello, resterò qui in attesa....
Si anche io pensavo la stessa cosa.
Attendiamo quindi che quell'istante accada, intanto ci organizziamo...
Il tuo passaporto lo tieni tu, io prendo il mio e i soldi. Tu tieni l'acqua, potrebbe servirti...
Fasi concitate precedono l'imminente singhiozzio di spegnimento della moto.
Ormai pronto ad affrontare il crudele destino, con la spia della riserva che segnala la fine, in lontananza, piegato su me stesso per il forte vento, chiudendo e riaprendo gli occhi nel dubbio si tratti di sola immaginazione da miraggio del deserto, scorgo un fabbricato.
Gisella lo nota, e con calma serafica, mi dice " questo non lo avevo visto".....
Sterzo, entro dentro, è un benzinaio.....
L'omino mi saluta, io fermo la moto e lui mi chiede se voglio rifornire.....
Scendo dalla moto, il fuoristrada passa a lato della strada, suona il clacson per salutarci, ed io, che sino ad un istante prima, contavo su di loro come possibile valvola di salvezza, con grande disinvoltura, sollevo la mano e saluto.
C'è chi per le vacanze prenota un last minute......noi preferiamo un last kilometer.....
Ripartiamo, in poco tempo raggiungiamo e superiamo il fuoristrada di Italiani, ricambio il saluto suonando il clacson e volo, volo via come mi piace fare.
Lontano, sempre più lontano, tenendoci a sinistra l'oceano, superando le piccole collinette di sabbia che, portate dal vento si accumulano sull'asfalto, sino a sera, quando stremati, con la visiera ricoperta di sale del mare, sabbia e stanchezza, vediamo sulla sinistra un rifugio per viaggiatori.
E li che dormiamo, ed è da li che ripartiamo al sorgere del sole.
Direzione medio Atlante, le montagne che tanto ci piacciono e che durante lo scorso viaggio in Marocco, nell'ormai lontano 2008 erano ricoperte di neve.
Lo pneumatico posteriore ormai è finito, dobbiamo cercare una soluzione, ma a volte, nonostante la mia ormai non più giovanissima età, manteniamo le buone abitudini di chi, come i bimbi, vive alla giornata.
Oggi è stata una giornata meravigliosa, il sole ci ha scaldati, l'oceano ci ha salutati, il vento ci ha lasciato, le montagne ci hanno accolto ed il serbatoio è pieno.....
Il resto, sarà domani......
Meglio lasciare qualche pensiero fuori dalla porta della nostra mente, lì, ad attendere che qualcuno se ne prenda cura.
In fondo......sarà mica una gomma lisa a fermare il tempo ?
Già, il tempo......questo mio tempo che non è altro che un insieme di secondi, messi in fila l'uno con l'altro.
Scappano, non si fermano.....
Alzo quindi lo sguardo verso il cielo stellato di Tafroute, seduto su una sedia scomodissima nel cortiletto di questo hotel, sorseggio un te alla menta insieme a Gisella e penso.....
Domani, ciò che sarà sarà .....
Oggi è oggi ed io devo dare il massimo.
Cosa mi sta chiedendo ora il destino ?
Di essere qui, presente, corpo, anima e mente.
Sorseggio il mio te, sorrido a Gisella e quando mi chiederà a cosa penso....dirò: c'è una stella per ognuno di noi, chissà quale è la mia.....
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