Dopo aver attraversato Francia e Spagna ci imbarcheremo ad Algeciras per raggiungere Tangeri e da qui punteremo verso Sud , Essaouira , Sidi Ifni , Tan Tan , Dakhla ,l'immensa hammada , il Tropico del Cancro.. Poi la risalita attaverso le montagne dell'Atlante , le dune di Merzouga , le meraviglie del Marocco.. E la protagonista assoluta sarà di nuovo Lei....

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giovedì 24 aprile 2014

Non chiederti mai se ci riuscirai, fallo e basta !

Mercoledì 23 Aprile - Mrleft - deserto salato di Layouine - 570 km
Oggi - deserto salato di Layouine - Tropico del Cancro, prossimi al confine con la Mauritania -785 km


Salutiamo la signora di origini francesi che ci ha ospitato per la notte, ci immettiamo lungo la strada che costeggia l'Atlantico su di un altopiano a picco sul mare.
Il vento da destra mi costringe a guidare in piega anche sui lunghi rettilinei che di volta in volta appaiono come in un film dentro la visiera del mio casco.
Ci concediamo una tappa sulla spiaggia.
Camminiamo a lungo, in silenzio, puntando dritti verso un arco di roccia scavato dal tempo, dall'acqua e dal vento.
La strada davanti a noi è ancora lunga ma questa volta desidero davvero non perdermi neppure un solo soffio di questo vento, a volta non proprio caldo, e lasciare che sia lui ogni tanto a segnarmi le rughe del viso che ormai, alla soglia dei cinquanta.....,iniziano ad emergere.
Vorrei tanto da vecchio poter dire, ecco, questa ruga è il segno del vento marocchino...
Risaliamo lungo la strada sterrata che poco prima ci ha visto scivolare lentamente verso la spiaggia, riconquistiamo la strada e la moto inizia a scorrere veloce.
Costeggiamo distese infinite di sabbia che, sollevata dal vento, si infila sotto il casco, dentro i vestiti e sotto i denti tanto da lasciare quasi la sensazione di sazietà dopo che uno ha mangiato le vongole senza lavarle con cura..........peccato che sia solo immaginazione, si digiuna a pranzo, come sempre.
Il sole disegna un arco alto nel cielo, e quando inizia a calare la sua luce penetra le pupille, gli occhi si fanno piccoli e la mia ruga più nitida.
Siamo fuori mano da ogni centro abitato ma ad un tratto vediamo che a 5 km, di strada sterrata e sabbiosa, pare vi sia un campo tendato a ridosso del deserto di un lago salato.
Non esitiamo e svoltiamo lasciandoci l'asfalto alle spalle.
Elimino il controllo di trazione dalla mitica Aprilia che sta andando benissimo, ed iniziamo la ricerco del campo.
Dopo poco scorgiamo in lontananza il lago e qualche tenda.
Gisella scende dalla moto, si guarda attorno, pare non vi sia nessuno.
Poi ad un tratto, da una fatiscente costruzione esce un marocchino, bruciato dal sole, dall'acqua salata con la quale si lava, sporco che noi al confronto sembriamo due neonati subito dopo il bagnetto, ma ci spara un sorriso di quelli che fanno stare bene.
Ha una tenda per noi, e cosa non da poco, ci darà anche da mangiare.
Ottimo, scarico la moto e mi accingo ad accendermi il mio adorato sigaro serale.
Gisella si avvicina e mi dice: ho un po' di belle notizie ed altre meno belle.....
Ok, inizia dalle belle rispondo.
La tenda è carina.......da fuori, questa era la bella notizia, ora le meno belle.
La tenda dentro fa schifo, ci sono due materassi gettati in terra, sporchi. Ci sono due coperte pesantissime, sporche. I cuscini, sporchissimi, puzzano più dei tuoi calzini.
Speriamo non ci siano almeno animali strani visto che la porta della tenda......non chiude.
Imperterrito continuo a fumare e a guardarmi gli ultimi raggi di sole che si affievoliscono all'orizzonte.
La sabbia si scurisce, il bianco del lago salato poco a poco tende a colori sempre più cupi, ed ad un tratto.....è notte.
Niente doccia, già anche questa faceva parte delle brutte notizie. L'acqua non c'è ....
Ci laviamo con due salviette igieniche e ci rechiamo a tavola, una tenda dedicata apposta per questo.
In attesa del Tajine di dromedario ( cena della sera ed unica scelta possibile ) Gisella sfoglia un libercolo stampato in bianco e nero dal marocchino.
Sono raffigurate le peculiarità del luogo. Cosa c'è da vedere, il lago salato, le cascate di sale, le dune, ecc.
Da metà in poi il libro invece spiega quali animali siano visibili in quella zona, si parte con il Fnec, ovvero una volpe del deserto, il Gerbillo, una sorta di criceto e la mangusta. Dalla pagina successiva in poi, per almeno una ventina di pagine, foto e descrizioni di rettili spaventosi, scorpioni ed i famosi ragni che Gisella odia....
Gisella chiude il libro di scatto ed inizia ad intervistare l'ignaro marocchino.
Mah..........ci sono davvero questi animali ?
Lui, incautamente nonostante io cercassi di nascosto di fare faccine strane per zittirlo, dice "oh si, ma tranquilla, le vipere cornute si fermano ai cespugli posti ad una decina di metri dalla vostra tenda, gli scorpioni non escono oggi in quanto fa freddo ed i ragni, anche se li vedete, non abbiate paura.....non si avvicinano all'uomo"
La notte, sino a quando per sfinimento non siamo crollati, è andato più o meno così:
Dormi ?
Ci starei provando Gisella
Ah ok.......
Ora dormi ?
..........si !
Ma se rispondi non dormi, parliamo ?
Ecc ecc ecc......

Ma siccome c'è giustizia in questo mondo, è sorto il sole e con esso un nuovo giorno.
Prestissimo, sani, salvi, ripartiamo.
Abbiamo davanti a noi l'attraversamento del West Sahara, area fortemente militarizzata, contesa per anni dal Marocco e dalla Mauritania dopo che gli spagnoli l'abbandonarono.
Abbiamo davanti quasi 800 km di deserto, rocce, sabbia e fortissimo vento.
I continui check point militari si susseguono ed ogni volta ci richiedono la fiches, ovvero un bieco foglio di carta sul quale sono scritti i nostri dati anagrafici, numero di targa del mezzo, numero di passaporto ecc ecc.
Gisella ne aveva preparati 30 prima della partenza in quanto informata di questa prassi.
Oggi li abbiamo praticamente terminati.

Ci contavamo, ci speravamo, lo volevamo e quindi, anche nei momenti più difficili del nostro recente passato, non abbiamo mai mollato.
Arrivare sotto il cartello del tropico del Cancro (dopo quello attraversato durante il viaggio delle Americhe) è stata una grande emozione.
Un deserto, un rettilineo che punta dritto verso quel nulla che tanto mi piace, il vento che sembra spingerci a non fermarci, la moto e noi due.
Null'altro, giusto un po' di acqua, additivata con del Polase acquistato da Dechatlon prima della partenza.
Non ci serve altro, solo uno sguardo, una stretta di mano ed un sorriso.
Pare poco ?
Io credo che dentro quei gesti vi sia tutto invece.
Il sorriso, quello sincero, apre le vie del mondo.
La stretta di mano invece, è segno di pace, e mai come oggi so quanto sia importante rinnovarla giorno per giorno.
Lo sguardo, quel modo semplice di comprendere, di memorizzare ma anche di sapersi donare. 
Già attraverso lo sguardo non solo io vedo, ma sono certo che tutti coloro che vorranno incrociarlo potranno verdermi dentro, conoscermi e spogliarmi.
Nel farlo, forse, troveranno i mille frammenti di un mondo che porto tutto dentro come piccoli pezzetti di un puzzle che un giorno, e solo un giorno, deciderò di ricomporre.
Ora.....me ne mancano ancora un po'.........per questo domani riparto. 







 
 

1 commento:

  1. Se posso permettermi...: uno sguardo, un sorriso, una stretta di mano e, magari, anche un abbraccio. Dimostrano il piacere di un incontro, o il piacere sempre vivo di una compagnia. Forse è davvero tutto lì. Ancora buon cammino, insieme.

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